Cutting, il linguaggio non verbale usato dagli adolescenti per comunicare

Cutting, il linguaggio non verbale usato dagli adolescenti per comunicare

Cutting, il linguaggio non verbale usato dagli adolescenti per comunicare

Cutting, il linguaggio non verbale usato dagli adolescenti per comunicare

Quando l’ho conosciuto era un accumulo di disperazione, messa insieme nei suoi primi e unici 18 anni di vita. Pallido, le labbra serrate, i capelli tinti di arancione, magrissimo. Un uccellino caduto dal nido e travolto immediatamente dalla tempesta.

Mi disse che voleva morire, finire questa ipocrita sceneggiatura che é la sua vita, dormire sempre, anzi, dormire per sempre. Sulle sue braccia, dal polso fino al gomito, quei bianchi fili sottili di pelle diventano immagini chiare nella mia mente, diventano lama che scorre e che taglia la pelle.

Quando parliamo mi dice che con quel dolore fuori, il suo dolore dentro é piú tollerabile. Con la lama che taglia la pelle dice, domina se stesso e quello che non puó impedire di sentir accadere dentro di sé.  Sorride e aggiunge che le ferite non sono profonde, perché lui sa perfettamente come va fatta la cosa e che quindi non mi devo preoccupare.

Si chiama “Cutting” ( dall’inglese “’tagliarsi”) ed é sempre di piú, il linguaggio non verbale usato dagli adolescenti per comunicare. Dice che davvero non mi devo preoccupare, perché lui sta attento anche a non infettarsi, a pulire bene il temperino, il pezzo di lattina o il pezzo di vetro che gli capita in mano, quando sente l´urgenza di aggredire o punire se stesso.

Non mi devo preoccupare dice, per quei tagli superficiali su braccia e gambe ed io, paradossalmente, mi trovo d’accordo con lui. Non sono quei tagli infatti a preoccupami, né quel suo modo provocatorio di minimizzare la cosa.

Nei suoi occhi, in fondo al suo sguardo, c’é molto di piú e molto di peggio a spaventarmi, qualcosa che é assolutamente necessario comprendere per contattare la sua anima e proteggere il suo corpo. Dice sempre che vuole morire ma poi viene qui e non altrove, ed io so che ha soltanto bisogno di sentirsi profondamente amato.

 

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